NEL SEGNO DI MARIA MADRE DEL DONO

Le parole del Cav. Dal Corso immergono nella lettura del libro in modo lento e graduale, quasi dolce, come se fossero riuscite in qualche modo a ereditare la dolcezza che riscontriamo nello sguardo di Maria nella statua "Maria Madre del Dono". Parole quindi semplici, ma dritte al punto e dritte al cuore in un crescendo inaspettato quanto però piacevole. L'Opera si apre con una breve descrizione del come e del perché è nata l'idea di scrivere e pubblicare questo libro e di permettere un peregrinaggio alla statua di Maria. Questa breve descrizione è poi seguita da una raccolta di testimonianze da parte delle strutture che hanno accolto la statua (conventi, chiese e ospedali). Le testimonianze lasciano spazio a una parte più specifica e tecnica: vengono infatti introdotte tematiche più complesse e profonde. Si parla di preghiera e ci si chiede come si fa a pregare. Domanda apparentemente molto semplice, ma tutto il contrario della risposta che si potrebbe dare. Nonostante sia questo il punto in cui si raggiunge il culmine, le parole non perdono la propria semplicità, come se chi legge non abbia mai smesso di guardare al lettore, attento a non farlo perdere e a riportarlo all’interno della narrazione. Raggiunto l’apice si ridiscende e si torna alle persone, a tutti noi, grazie alla lettura di alcune preghiere scritte dai fedeli che hanno incontrato la statua. Con queste parole così semplici e vicine a noi veniamo accompagnati verso la fine, verso le ultime pagine, come se si trattasse di un viaggio: proprio come il viaggio compiuto da Maria nella sua peregrinatio.