Il libro approfondisce la mostra RE GENESIS 5-L’istinto prima della ragione al museo Diocesano di Vicenza a cura di Sandro Orlandi Stagl e Chiara Franceschini. Attraverso l’espressione artistica, gli artisti Alberto Salvetti e Lucio Pozzi esplorano temi cruciali come l’equilibrio tra uomo e natura, la fragilità del pianeta e il potere dell’arte come mezzo di sensibilizzazione. Alberto Salvetti utilizza sculture di animali realizzate con giornali riciclati per evidenziare il diritto degli esseri viventi a esistere, sottolineando l’importanza del rispetto per gli ecosistemi. Le sue opere ritraggono animali in atteggiamenti pacifici, invitando a riflettere sulla necessità di una convivenza armoniosa. Al contrario, Lucio Pozzi gioca con la complessità della natura, rappresentando un caos controllato e un equilibrio precario. Entrambi gli artisti pongono interrogativi sulla responsabilità umana verso l’ambiente, invitando il pubblico a considerare le conseguenze delle proprie azioni e a riconnettersi con la natura per un futuro più sostenibile.
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Il libro approfondisce la mostra RE GENESIS 5-L’istinto prima della ragione al museo Diocesano di Vicenza a cura di Sandro Orlandi Stagl e Chiara Franceschini. L’idea centrale è quella di riscoprire e rivalutare il legame tra l’umanità e il mondo naturale, un tema che si rivela sempre più urgente nella nostra epoca di crisi ecologica e sociale.
L’approccio degli artisti coinvolti in questa riflessione, Alberto Salvetti e Lucio Pozzi, si basa sulla convinzione che l’arte non sia solo un’espressione estetica, ma un potente strumento di comunicazione e sensibilizzazione. Attraverso le loro opere, entrambi invitano il pubblico a interrogarsi sulle proprie responsabilità verso l’ambiente e sugli effetti delle azioni umane sulla biodiversità e sulla salute del pianeta.
Alberto Salvetti emerge come una figura centrale in questo discorso, utilizzando le sue sculture per mettere in luce il diritto degli animali a esistere e il bisogno di un rispetto più profondo per gli ecosistemi. Le sue opere, realizzate con materiali riciclati, prendono forma attraverso animali come lupi, orsi e caprioli, rappresentati in posizioni che evocano una presenza pacifica e dignitosa. Salvetti ci offre una visione in cui questi esseri viventi non sono semplici oggetti di contemplazione, ma veri e propri messaggeri che comunicano la loro richiesta di rispetto e coesistenza. In questo modo, l’artista si fa portavoce di una narrazione che sottolinea l’importanza di proteggere la fauna e di preservare il loro habitat, rivelando come la salute degli ecosistemi sia interconnessa con il nostro benessere.
Inoltre, l’artista intraprende un viaggio simbolico attraverso le Dolomiti, portando un lupo di carta e ferro sulle spalle. Questa azione rappresenta un atto di omaggio e un richiamo alla necessità di riconnettersi con la natura, di riflettere sul nostro ruolo all’interno di essa. L’arte, in questo contesto, diventa un veicolo per riscoprire relazioni dimenticate e per riaffermare il diritto degli animali di coabitare con noi senza paura.
Lucio Pozzi, dall’altro lato, propone una visione in cui non c’è distinzione tra idea e vita, tra arte e natura. La sua pittura si caratterizza per una continua esplorazione delle forme, che vengono rimescolate e ricombinate in modi sorprendenti. I conglomerati di forme e colori che emergono dalle sue opere ci ricordano l’importanza della molteplicità e della diversità nella comprensione del mondo che ci circonda. Pozzi sfida l’idea di uniformità, evidenziando come la ricchezza della vita si manifesti attraverso interazioni complesse e uniche. La sua arte è un invito a riflettere sugli stravolgimenti che la natura sta subendo a causa delle attività umane e sulla necessità di una nuova consapevolezza ecologica.
Entrambi gli artisti, attraverso il loro lavoro, invitano a una meditazione profonda sulla vita e la sua caducità, sulla necessità di trovare un equilibrio tra l’essere umano e la natura. Le loro opere non sono solo critiche al consumismo e all’indifferenza verso l’ambiente, ma rappresentano anche una chiamata all’azione, un appello a riscoprire la bellezza e la sacralità della vita naturale.
Il concetto di Re-Genesis si estende anche alla riflessione sull’eredità che lasciamo alle generazioni future. In un mondo in cui l’inquinamento e la distruzione degli habitat naturali stanno raggiungendo livelli critici, la questione di come affrontare queste sfide diventa centrale. La mostra invita il pubblico a considerare le conseguenze delle proprie azioni, a ripensare il proprio ruolo come custodi della Terra e a cercare modi per contribuire a un futuro più sostenibile.
La mostra rappresenta un’opportunità per riflettere su come l’arte possa fungere da ponte tra l’umanità e il mondo naturale, stimolando una maggiore consapevolezza e un impegno attivo per la protezione dell’ambiente. Gli artisti, attraverso le loro creazioni, ci invitano a vedere il mondo con occhi nuovi, a riconnetterci con le nostre radici e a riscoprire il valore della diversità e della complessità nella vita.
In conclusione, RE GENESIS 5-L’istinto prima della ragione si propone come un viaggio di riscoperta e trasformazione, in cui l’arte diventa il mezzo per esplorare e riaffermare il legame profondo tra uomo e natura.