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Le lingue del pianeta, così come le diverse popolazioni, hanno una comune origine? Come e quando sono nate? Com’era il linguaggio dell’uomo 50.000 anni fa? Quali furono i suoni-concetto di questa lingua parlata almeno 50.000 anni fa? Quali furono le regole fondamentali di quel linguaggio? Come sono nate le parole nelle diverse lingue del mondo? Questo lavoro di ricerca propone nuove chiavi di lettura per dare delle risposte razionali e sostenibili a quesiti rimasti fino ad oggi privi di soluzioni, cercando di capire la logica che ha prodotto i primi concetti comunicati attraverso dei suoni e successivamente associati tra di loro fino a formare le parole. La teoria alla base di questo volume vuole dimostrare come tutte le lingue del mondo abbiano avuto origine da una comune lingua primordiale, o proto-lingua, parlata dai nostri progenitori quando vivevano nella Rift Valley africana, luogo d’origine dell’evoluzione umana.
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Le lingue del pianeta, così come le diverse popolazioni, hanno una comune origine? Come e quando sono nate? Com’era il linguaggio dell’uomo 50.000 anni fa? Quali furono i suoni-concetto di questa lingua parlata almeno 50.000 anni fa? Quali furono le regole fondamentali di quel linguaggio? Come sono nate le parole nelle diverse lingue del mondo? Questo lavoro di ricerca propone nuove chiavi di lettura per dare delle risposte razionali e sostenibili a quesiti rimasti fino ad oggi privi di soluzioni, cercando di capire la logica che ha prodotto i primi concetti comunicati attraverso dei suoni e successivamente associati tra di loro fino a formare le parole. La teoria alla base di questo volume di Stefano Valdegamberi vuole dimostrare come tutte le lingue del mondo abbiano avuto origine da una comune lingua primordiale, o protolingua, parlata dai nostri progenitori quando vivevano nella Rift Valley africana, luogo d’origine dell’evoluzione umana. È un territorio nel quale gli studiosi ritengono abbia avuto una comune origine il genere umano o, almeno, la specie definita come homo sapiens. Da quei luoghi l’uomo uscì per l’ultima volta intorno a 50.000 anni fa, il cosiddetto secondo Out of Africa. Non era una popolazione numerosa. Secondo le stime uscirono dall’Africa dalle 1.000 alle 10.000 unità, incontrando i poco numerosi neanderthaliani nel Medio Oriente e procedendo nella colonizzazione del resto del mondo, inclusa l’Australia e le Americhe, che non erano mai state popolate dagli altri ominidi vissuti prima. Pare che il numero degli ominidi stesse crescendo fino a quando, circa 75.000 anni fa, una catastrofe rischiò di portarli all’estinzione. Come suggeriscono gli studi filogenetici sul cromosoma Y umano, questo “collo di bottiglia” è forse il motivo principale della scarsa variabilità genetica nella nostra specie. Alcuni ricercatori fanno risalire all’eruzione del Toba, un lago vulcanico nell’isola di Sumatra, in Indonesia, la causa di quella drastica riduzione. Essa è ritenuta una delle più catastrofiche degli ultimi 500.000 anni. Un simile evento lasciò delle ferite tremende nel tempo, in tutto l’ecosistema mondiale. Molti organismi vennero spinti sull’orlo dell’estinzione, compreso l’uomo. Tale “collo di bottiglia”, se avvenuto realmente, sarebbe un motivo eccellente per sostenere l’ipotesi di una protolingua mondiale: i suoni, a cui vengono associati dei precisi significati che sono alla base delle lingue di tutti i popoli, furono codificati dalla popolazione sopravvissuta a quel cataclisma. I nostri progenitori comunicavano soprattutto mediante gesti: la lingua dei segni precedeva di molto quella dei suoni emessi con la bocca. I primi suoni del linguaggio verbale rappresentavano dei concetti e servivano a migliorare, rendendola più precisa ed efficace, la comunicazione gestuale. La lingua verbale, agli inizi, era molto semplice: era composta di pochi suoni appresi dalla natura o dal mondo animale, ai quali furono associati dei concetti ben precisi. In quanto mezzo di trasmissione delle idee, il linguaggio verbale diventa, al pari di ogni altro, la manifestazione dei meccanismi logici della nostra mente. La teoria e gli studi esposti da Stefano Valdegamberi in questo volume propongono delle chiavi di lettura nuove, cercando di dare una risposta logica e sostenibile al quesito sull’origine del linguaggio verbale dell’uomo, rimasto fino ad oggi privo di soluzioni. L’autore ha cercato di capire la logica che ha prodotto i primi concetti comunicati attraverso dei suoni, successivamente associati tra loro fino a formare le parole, e di ricostruire i suoni-concetto del linguaggio primordiale o proto-linguaggio che poi si sono evoluti nel corso dei millenni formando le radici verbali che si sono via via evolute nelle attuali lingue del pianeta.