Descrizione:
Zeri con lode, un gioco di parole per raccontare in sintesi la storia di Bruno Scardeoni, che ha sublimato il lavoro di antiquario sino a diventare uno dei massimi esperti internazionali dell’arte del Cinque-Seicento. Zeri è Federico, naturalmente, un mito tra i connaisseurs dell’arte antica, legato a Scardeoni da vincoli di amicizia e di stima, consolidati durante tanti anni di relazioni comuni.
Zeri con lode è anche il titolo del libro di Adalberto Scemma, sesto volume della collana di letteratura sportiva nella collana La coda del drago. Quella di Bruno Scardeoni è una vita piena di avventure e di colpi di scena. Da giovanissimo sembrava destinato a una fortunata carriera nel mondo del calcio. Con la maglia delle Giovanili dell’Inter ha giocato accanto a Facchetti, Boninsegna e Mazzola sotto la guida di Peppino Meazza passando poi al Genoa grazie a György Sárosi, il grande allenatore ungherese. Ma il calcio, un certo tipo di calcio perlomeno, non era evidentemente nelle corde di Bruno Scardeoni. Affascinato dal mondo dell’arte antica, ha cominciato a Lugano un’attività di antiquario diventando nel tempo, sulla scia di mentori straordinari come Federico Zeri, Carlo De Carlo, Giovanni Testori o Giuliano Briganti uno dei carismatici connaisseurs della pittura e scultura del Cinque-Seicento, scoprendo dipinti di grande valore, da Caravaggio a Velázquez e diventando un punto di riferimento per gli esperti nel corso delle più importanti rassegne d’arte e delle aste internazionali.
Il libro evidenzia in particolare l’expertise che ha consentito recentemente di attribuire a Diego Velázquez un autoritratto giovanile proveniente da una collezione privata spagnola grazie anche all’intervento in sinergia del restauratore Giuseppe Billoni. Segue l’intervento di Maurizio Canesso, uno dei più importanti antiquari internazionali che è stato allievo di Bruno Scardeoni, e dei critici Manuela Khan-Rossi e Francesco Porzio. Il pezzo forte è però rappresentato dalla lunga intervista che Adalberto Scemma ha realizzato con Scardeoni analizzando le tappe di una vita piena di avventure a contatto con le grandi case d’arte come Christie’s e Sotheby’s e con i più importanti musei internazionali.
La seconda parte del libro è dedicata invece al racconto delle vicende calcistiche di Bruno Scardeoni, che ha fatto parte di una squadra giovanile leggendaria “Gli Invincibili del S. Egidio”, accanto a Roberto Boninsegna e allo stesso Adalberto Scemma autore di Zeri con lode prima di trasferirsi all’Inter avendo come mentore il grande Giuseppe Meazza. Frenato da un carattere poco disponibile ai compromessi, Scardeoni ha stentato a ritagliarsi uno spazio adeguato alle sue evidenti qualità di carattere tecnico. Neppure il grande György Sárosi, che vedeva in lui il nuovo Laszlo Kubala, è riuscito a garantirgli motivazioni adeguate nonostante il feeling con Gigi Meroni, compagno d’avventura nel corso della prima esperienza genoana. Dopo un’esperienza per lui deludente nel Lecce Scardeoni ha quindi chiuso ancora giovanissimo la carriera per inseguire “il sogno della bellezza”. Rimpianti? Nessuno. “Il calcio”, dice, “è stato un mio sogno giovanile rimasto in parte inespresso prima di cedere spazio al grande, autentico sogno della mia vita, quello dell’arte.. L’expertise effettuato sull’autoritratto di Velázquez ha rappresentato forse il momento più alto della mia vicenda professionale, il momento della piena maturità. Giusto che proprio questa vicenda abbia creato l’innesco per Zeri con lode, un libro di cui vado orgoglioso”.
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