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“Senzabrera”. L’immagine, folgorante, è di Gianni Mura, che raccontava così un mondo del giornalismo sportivo rimasto privo della sua stella polare. Se è vero però che Gianni Brera ha occupato per un trentennio lo scanno regale della professione, è altrettanto vero che la stessa aurea dimensione è toccata a Mura nel trentennio successivo. Si chiude, a questo punto, un cerchio ideale di comunanza che non ha più bisogno di date e neppure di confini anagrafici. Perché i “Senzabrera” vanno per un naturale processo di osmosi sentimentale a coincidere con i “Senzamura”, testimoni di un giornalismo sempre vissuto nelle sue componenti etiche, le stesse che Gianni ha affinato nel lungo rapporto con Gianni Brera che in questo, non tanto nella scrittura, gli è stato maestro. La scrittura no, Gianni Brera era talmente al di là di ogni percezione, nella struttura di un linguaggio così ferocemente innovativo, da non aver lasciato eredi. Di questo Mura dava evidente testimonianza schermendosi, da un lato, ma collocandosi al tempo stesso su un sentiero diverso, un sentiero persino più impegnativo da percorrere, con lo sguardo volto sempre con acume al “fuori”, a una dialettica orchestrata tra sport e contesto sociale.
ANTEPRIMA SFOGLIABILE
A sdoganare criticamente Gianni Mura dal retaggio breriano ha contribuito con questo libro (che rappresenta soprattutto una testimonianza di affetto) il gruppo storico dei “Quaderni dell’Arcimatto”, la rivista di studi e approfondimenti diretta da Adalberto Scemma e Alberto Brambilla. L’autorevole Franco Contorbia, che fa parte del comitato scientifico, aveva sottolineato a suo tempo la necessità di “cominciare a pensare” a un lavoro critico molto articolato che analizzasse in profondità l’opera di Mura con i medesimi criteri utilizzati per Brera. Ha cominciato a farlo, e non è certo un caso, con lo splendido intervento che apre gli approfondimenti di questo “Per Gianni Mura”, arricchito da una serie di firme prestigiose. “Per Gianni Mura” offre una lettura agile, pur nelle evidenti connotazioni di impegno linguistico, ed è diviso opportunamente in sezioni. Claudio Rinaldi ha aperto il volume con una sorta di (auto)biografia ripercorrendo le tappe del percorso di Mura, poi approfondito dall’intervento di Franco Contorbia su René Guy Cadou e dal dialogo orchestrato tra Adalberto Scemma e Gilberto Lonardi. Sergio Giuntini ha esplorato le radici giornalistiche di Gianni Mura (l’esordio sulle pagine de “La Gazzetta dello Sport”) mentre Fernando Acitelli, Andrea Maietti, Massimo Raffaeli e Adalberto Scemma hanno curato il capitolo “I sogni e le passioni”. Testimonianze suggestive sulla personalità sfaccettata di Mura sono state fornite da Adriano Ancona, Damiano Tommasi, Stefano Bizzotto, Alberto Brambilla, Massimiliano Castellani, Alessandro Chiappetta, Adalberto Scemma, Vittorio Testa e Furio Zara. Spazio anche alla passione di Gianni per la cucina e per i vini (interventi di Massimiliano Castellani, Gigi Garanzini, Katia Golini e Adalberto Scemma) e per il ciclismo (le pagine del Tour rivisitate da Pasquale Coccia e Lorenzo Longhi). Il “metodo Mura” è stato illustrato dai colleghi storici de “La Repubblica” (Emanuela Audisio, Michele Serra, Giuseppe Smorto e Fabrizio Ravelli). Infine i compagni di strada (Tony Damascelli, Luciano Del Sette e Darwin Pastorin) testimoni di un percorso professionale (il lavoro da inviato e la parentesi di Emergency) che ha sempre visto Gianni Mura in prima linea.
Caratteristiche tecniche: Formato finito: 145x210 mm Formato aperto: 290x210 mm ISBN: 9788892710658 Libro composto da circa 180 pagine stampate a 1/1 colori più circa 20 pagine stampate a 4/4 colori su carta avorio alto spessore per edizioni da gr. 85 + Copertina con Alette stampata a 4/0 colori su carta patinata opaca da 300 gr. plastificata OPACA 1 lato. Confezionata con brossura INCOLLATA PUR.