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Molti, o quasi tutti, conoscono almeno il titolo delle grandi opere che sono il fondamento della letteratura, ma, finito il periodo scolastico, pochi hanno provato il desiderio di riprendere in mano quei libri per approfondire ciò che a scuola era stato spesso solo sfiorato. Renato Castellazzi è uno di loro, però, sulla scia del successo ottenuto a Verona con la parodia in dialetto veronese delle canzoni dei Beatles, ha voluto applicare la stessa formula ad alcune opere molto importanti. Ha iniziato con la traduzione in dialetto veronese di una commedia classica di Aristofane, Le Nuvole, intitolandola Le nugole del Ristofane (Edizioni ZEROTRE, 2019) alla quale sono seguite la parafrasi, sempre in veronese, de La Divina Commedia di Dante, intitolandola La Divina Commedia al filò (Edizioni ZEROTRE, 2020) e la traduzione del Decamerone di Giovanni Boccaccio, El Decameron de Giovanni Boccaccio al filò (Edizioni ZEROTRE 2022). Questi lavori sono rivolti ad una cerchia ristretta di lettori, a coloro cioè che parlano o almeno conoscono il dialetto veronese, lingua difficile da codificare per il gran numero di varianti che possiede da zona a zona, della città e della provincia, ma lo scopo di Renato è anche quello di avvicinare alla lettura gli "svogliati", con la speranza che, successivamente, leggano gli originali.
ANTEPRIMA SFOGLIABILE
Se il Decamerone è arrivato fino a noi, il merito è di Francesco Petrarca, grande amico di Giovanni Boccaccio, il quale, disoccupato, ammalato, demoralizzato e senza soldi è stato sul punto di bruciare l'opera per dar retta a un prete che aveva definito il suo libro come un’opera immorale. Per sostenere l’amico, Petrarca tradusse in latino l’ultima novella della decima giornata e la inviò in dono ai suoi amici importanti, facendo così conoscere ai letterati di tutta Europa la capacità narrativa di Boccaccio, che diventò il modello della prosa narrativa, modello valido ancora oggi. La novità introdotta da Boccaccio è fatta di tre elementi: un libro che racconta di una vacanza, forzata a causa della peste, di tre uomini e sette donne e di come essi trascorrono le loro giornate; il libro, che funge da cornice, contiene cento novelle suddivise in dieci giornate, cento e una se contiamo anche quella raccontata dallo scrittore all’inizio del quarto giorno; il libro è rivolto a un pubblico ideale: le “graziosissime donne”. Nel prologo della quarta giornata, Boccaccio precisa il linguaggio adoperato: “… le quali (novelle) non solamente in fiorentin volgare e in prosa scritte per me sono e senza titolo, ma ancora in istilo umilissimo e rimesso quanto il più si possono”. Troviamo anche traccia del soggiorno di Boccaccio a Venezia: nella seconda novella della quarta giornata fa dire alle persone che incontrano frate Alberto mascherato: “Cossa zeo quel? Cossa zeo quel?” e nella quarta novella della sesta giornata, Chichibio, cuoco veneziano, dice: “Vu no l’avrì da mi, dona Brunetta, vu no l’avrì da mi.”
Descrizione tecnica: Volume: Decameron Autore: Renato Castellazzi Formato finito: 145x210 mm Formato aperto: 290x210 mm ISBN: 978-88-94954-55-5 Prezzo di copertina: €26,00 Libro composto da circa 516 pagine stampate a 1/1 nero tipo romanzo in B e V su carta uso mano avorio da gr. 85 + Copertina con Alette stampata a 4/0 colori su carta patinata opaca 300 gr. plastificata OPACA 1 lato. Confezionata con brossura INCOLLATA PUR.