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Situata su una via di pellegrinaggio di oltre 2000 km che da Mont Saint-Michel, in Francia, porta a Monte Sant’Angelo, in Puglia, la Sacra di San Michele è il monumento simbolo della Regione Piemonte. Edificata tra il 983 e il 987, nei secoli successivi fu oggetto di alcuni ampliamenti sino ad assumere le caratteristiche di una vera e propria Abbazia, che, data la sua posizione a quota 962 metri a strapiombo sulla sottostante Valle di Susa, continua ad essere grande fonte di richiamo per tutti coloro che la percorrono nelle due direzioni, siano essi pellegrini, turisti o fedeli. L’Abbazia di San Michele della Chiusa, poi ribattezzata Sacra di San Michele all’epoca del dominio di Casa Savoia, ancora oggi posa salda sulla sommità del monte Pirchiriano e fa un tutt’uno con essa creando una delle costruzioni più spettacolari d’Italia. Questo volume, nato dalla grande passione dell’autore Sandro Sandri per la storia della Sacra e i tesori artistici in essa contenuti, intende offrire una rapida lettura cronologica dei fatti avvenuti in Val di Susa nei secoli precedenti all’edificazione, nonché la storia che ha portato alla costruzione di questo splendido e maestoso monumento.
ANTEPRIMA SFOGLIABILE
Intervista a Sandro Sandri su Radio Rete 2000 - 16/12/2022
Il fascio di percorsi che dall’Europa occidentale, in particolare dalla Francia, conduceva nel sud della penisola italiana, ma soprattutto a Roma, era parte della cosiddetta “Via Francigena”. Il pellegrinaggio a San Pietro era nel Medioevo uno dei tre santi cammini, insieme alla Terra Santa e a Santiago de Compostela, che i pellegrini percorrevano con l’intento di purificare la loro anima. Proseguendo da Roma raggiungevano la Puglia e normalmente a Santa Maria di Leuca trovavano la possibilità di imbarcarsi per raggiungere la Terra Santa. Per questa ragione l’Italia era continuamente percorsa da gente che arrivava da ogni parte d’Europa. Superate le Alpi Graie si attraversava il territorio franco della Valle di Susa per arrivare al confine di Avigliana, e quindi proseguire nel territorio italiano. La Valle Segusina è da sempre territorio strategico, e nell’antichità era passaggio continuo di pellegrini, monaci, prelati di alto livello, nobili, re, soldati ed eserciti. Ai piedi del monte Pirchiriano scorre la Dora Riparia, che nasce dal Monginevro. Migliaia di secoli fa, con l’assetto morfologico dovuto al ritiro dei ghiacciai, si formò in questo luogo la “tenaglia” della Chiusa, che costituiva una chiave di sicurezza della zona in cui era collocata. La sommità del Pirchiriano aveva caratteristiche morfologiche ideali per fungere da vedetta militare; da lassù era possibile, infatti, controllare con facilità le movimentazioni nella sottostante valle e valutare con immediatezza le imprevedibili invasioni degli eserciti nemici. Sulla cima del Pirchiriano, scosceso su due lati, a strapiombo sul quarto e terrazzato con la giusta gradualità sul lato di mezzogiorno, quando il potente esercito dell’antica Roma prese possesso della valle segusina, venne edificato un Castelliere fortificato, difficilmente raggiungibile e conquistabile da forze militari nemiche. Con il graduale addio al paganesimo, sostituito dalla nuova forma di Cristianesimo che velocemente si diffuse anche tra i militari, venne edificata nel secolo V la cappella tricora, di fattura romana, proprio nel cuore del Castelliere. Cinque secoli più tardi, all’inizio del secolo X, con l’invasione dei Saraceni che misero a ferro e fuoco la valle Segusina, saccheggiando e depredando quanto possibile, si ebbe la fine del Castelliere, che rapidamente si ridusse a un ammasso di rovine.Il Pirchiriano diventò successivamente proprietà del Marchese di Torino Arduino Glabrione, che dopo duri combattimenti ebbe il merito di riuscire, nel 942, a respingere i Saraceni sui monti confinandoli in quei territori alpini e dopo altri vent’anni a sconfiggerli definitivamente. Un ricco e nobile signore dell’Alvenia, territorio della Francia centrale, di nome Ugo di Montboisser, soprannominato Ugone, che era in cerca di redenzione da un discutibile passato percorrendo il tragitto verso Roma per chiedere l’indulgenza papale, nel passaggio nella valle, fu colpito dalle caratteristiche del Pirchiriano. Raggiunta Roma, il Papa a titolo di penitenza gli concesse la scelta: 7 anni di esilio oppure l’impresa di costruire una nuova Abbazia in località di suo gradimento. Decise certamente per tale ragione di realizzare l’opera in quel luogo che tanto favorevolmente l’aveva colpito. Dopo varie insistenze riuscì a convincere Glabrione a vendergli il territorio tanto desiderato e in breve tempo fece iniziare a proprie spese la costruzione della Chiesa e del Monastero dedicati al culto dell’Arcangelo San Michele. Edificata presumibilmente tra il 983 e il 987, nei secoli successivi fu oggetto di alcuni ampliamenti sino ad assumere le caratteristiche di una vera e propria Abbazia, che data la sua posizione a quota 962 metri a strapiombo sulla sottostante Valle di Susa, continua ad essere grande fonte di richiamo per tutti coloro che la percorrono nelle due direzioni, siano essi pellegrini, turisti o fedeli. L’Abbazia di San Michele della Chiusa, poi ribattezzata Sacra di San Michele all’epoca del dominio di Casa Savoia, ancora oggi posa salda sulla sommità del monte Pirchiriano e fa un tutt’uno con essa creando una delle costruzioni più spettacolari d’Italia. Non è un caso che la vetta sia stata inglobata intatta nelle strutture del complesso architettonico, tanto da affiorare dalla pavimentazione della chiesa. Questo volume, nato dalla grande passione dell’autore Sandro Sandri per la storia della Sacra e i tesori artistici in essa contenuti, intende offrire una rapida lettura cronologica dei fatti avvenuti in Val di Susa nei secoli precedenti all’edificazione, nonché la storia che ha portato alla costruzione di questo splendido e maestoso edificio diventato nel 1994 monumento simbolo della regione Piemonte.