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Vista da lontano, la sagoma tronco-conica di Alicudi potrebbe richiamare l’immagine delle piramidi azteche; una bizzarra somiglianza che, avvicinandosi all’isola, sembra trovare ulteriori conferme nella geometrica scultura dei suoi versanti interamente terrazzati, come le gradinate che si spingono dalla base fino alla cima dei monumenti di Tenochtitlán. Una volta sbarcati, tuttavia, le suggestioni di “Apocalypto” spariranno: nessun sacerdote armato di pugnali rituali d’ossidiana vi accoglierà mentre vi fate spazio tra zaini, valigie, cassette di ortaggi e sacchi che effondono stuzzicanti fragranze di pane fresco, nel mezzo della piccola folla impegnata in concitate operazioni di carico e scarico. Al più, potreste trovarvi circondati da una festosa sarabanda di cani: anche loro partecipano volentieri all’evento più significativo della giornata, l’arrivo dell’aliscafo. In inverno, quando va bene, il mezzo vi approda un paio di volte al giorno; in estate c’è qualche corsa in più, sempre che il maestrale o lo scirocco non decidano di riaffermare le proprie prerogative. Appena il mare si increspa, infatti, l’attracco diventa una scommessa. Chi è il comandante? Ce la farà? Le qualità dell’uomo qui sono un elemento determinante.
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Qualche anno addietro, una mareggiata ha sparso i ciottoli della spiaggia lungo i fianchi del molo. Durante le manovre, gli aliscafi rischiavano di arenarsi. Nella paziente attesa dell’arrivo del pontone per dragare lo scalo, gli “arcudari” hanno pensato bene di ripristinare il rollo, un vecchio gozzo spinto da un piccolo motore fuoribordo, in uso fino alla realizzazione dell’approdo. Il molo è uno dei pochi segni tangibili della modernità che si osservano sull’isola, insieme alla scuola, all’elipista di emergenza e alla centrale a gasolio impiantata dall’ENEL nel 1990. Per ottenere quest’ultima, gli isolani hanno disertato le urne per ben quattro appuntamenti elettorali; la cerimonia di inaugurazione, alla Vigilia di Natale e sotto una pioggia torrenziale, è stata celebrata in presenza del presidente della Regione, Rino Nicolosi, che qualche anno più tardi consegnerà ai magistrati di Tangentopoli un esplosivo memoriale di accuse mettendo nei guai parecchi notabili dell’intero arco parlamentare siciliano. Ad Alicudi, però, l’unico ricordo che si conserva di quel presidente è una foto sbiadita dove sorride accanto all’albero di Natale, per la prima volta illuminato dall’energia elettrica. La battaglia per avere la “luce” è uno dei momenti epici della storia di questa comunità. Una lotta unanime, senza defezioni o cedimenti, che rivela una sorprendente capacità di fare fronte comune quando entra in gioco la tutela dei propri diritti. L’aggettivo “sorprendente” non è enfatico né casuale. Per altri versi, infatti, più che un’isola Alicudi costituisce un arcipelago. Da tempo immemore, l’esistenza si svolge all’impronta della perfetta autarchia; non quella del regime, naturalmente, e tanto meno quella di stampo new age, perché non siamo nei boschi dell’Appennino Pistoiese e quel paesino aggrappato alle rocce nerastre di un vulcano spento non è certamente un eco-villaggio del Popolo degli Elfi: si tratta piuttosto di un’autarchia pragmatica, senza eccessivi presupposti filosofici o ideologici. Qui vige l’atavica consuetudine di declinare le proprie necessità secondo i canoni della maggiore autonomia possibile, una prassi che contagia immediatamente anche i nuovi arrivati, persino quando vi soggiornano per brevi periodi. Ogni isolano – che sia ben radicato o di passaggio – finisce di conseguenza per pensare e agire come un’isola a sé stante e votata quanto più possibile all’autosufficienza, emulando in modo talvolta inconsapevole il felice modello robinsoniano. Anche abitudini semplici o piccoli vizi, finiscono qui per trasformarsi in altrettante sfide quotidiane. Chi ha quello del fumo, per esempio, sarà costretto a centellinarsi le ultime sigarette in attesa che un conoscente debba recarsi a sbrigare faccende a Lipari, o sulla terraferma, perché sull’isola non ci sono rivendite di tabacco. Le bombole del gas devono essere ordinate in anticipo – la nave le trasporta solo un paio di volte all’anno – e vanno dunque pianificati con attenzione i consumi; se sbagli, la stufa o i fornelli resteranno spenti, magari in pieno inverno, mentre fuori infuria il maestrale. E così il pane, i generi alimentari, le medicine.
Caratteristiche tecniche: Libro: Alicudi Collana: le Isole Eolie Formato finito: 320x230 mm Formato aperto: 640x230 mm Libro composto da 150 pagine stampate a 4/4 colori in B e V su carta PATINATA 170 gr + Copertina stampata a 4/0 colori su carta patinata opaca 300 gr. plastificata OPACA 1 lato. Confezionata con brossura INCOLLATA PUR.