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Il Congresso delle potenze europee dell’autunno 1822 rese Verona, per due mesi, la momentanea capitale del continente. A Verona la storia europea conobbe una svolta definitiva, con la fine del “concerto” diplomatico e della stagione dei Congressi ideati dal Metternich. L’Inghilterra si isolava, in polemica con l’asse franco-russo, e con questo falliva il progetto complessivo del Cancelliere austriaco. L’arrivo e la presenza in città delle delegazioni diplomatiche delle cinque grandi potenze e di quelle dei Regni italiani, alla presenza di numerosi Sovrani, furono descritti nelle cronache di Filippo Huberti e delle Nachricthten di parte austriaca pubblicate all’indomani del Congresso. La grande diplomazia internazionale teneva le sue conferenze riservate e si incontrava poi durante gli eventi mondani e pubblici, mentre abitava nei palazzi e nelle case delle famiglie della città. Le conferenze internazionali decisero l’intervento militare francese in Spagna, dopo uno scontro diplomatico con l’Inghilterra. Per l’Italia, vinse la resistenza del rappresentante vaticano ai progetti del Metternich per una federazione degli Stati italiani, iniziando anche diplomaticamente il Risorgimento.
ANTEPRIMA SFOGLIABILE
Intervista a Ottavio Bevilacqua su Radio Rete 2000 - 09/12/2022
Durante il Congresso di Verona del 1822 la città fu per due mesi capitale europea e l’accoglienza entusiastica che i veronesi fecero ai sovrani e ai loro seguiti diplomatici, le campane a stormo, le illuminazioni pubbliche, i cortei di carrozze, gli incontri, le feste per l’aristocrazia e quelle di popolo, i balli e i concerti nei teatri, le esibizioni dei reggimenti della fanteria e della cavalleria e mille altri avvenimenti rimasti nelle cronache, ci parlano di un evento che toccò nel profondo la vita sociale cittadina. La Storia si era fermata a Verona, e ogni giorno le vie del centro o i dintorni ricchi di memorie storiche e paesaggistiche vedevano i protagonisti politici e militari delle vicende degli anni appena trascorsi passeggiare in piccole compagnie, intrattenendosi in conversazione con gli abitanti della città ospite. Il fatto che il Congresso dovesse tenersi a Verona nell’autunno del 1822 fu frutto di circostanze diplomatiche complesse e di eventi improvvisi, anche drammatici. Dopo i Congressi delle potenze che avevano sconfitto Napoleone tenuti ad Aquisgrana e Karlsbad, tra l’autunno 1820 e il febbraio 1821 si tennero due Congressi strettamente collegati, a Troppau e Lubiana. Lo scacchiere internazionale era agitato dalla insurrezione di Spagna, con la cacciata del sovrano e l’avvento di un governo repubblicano democratico che seguiva la Costituzione di Cadice. Ma a partire dal 1820 anche l’insurrezione greca dell’Eteria aveva cominciato a minacciare lo status quo dell’Europa orientale, minando l’equilibrio dell’Impero turco. La Francia monarchica chiedeva di poter intervenire militarmente in Spagna per difendere i propri confini pirenaici minacciati dai comuneros spagnoli. La Russia di Alessandro I chiedeva di intervenire in Grecia per difendere i propri correligionari, proponendo l’invio di un esercito di centocinquantamila uomini, come del resto si offriva di fare anche in Spagna. Era chiaro al Metternich, ma anche alla diplomazia britannica, che questo avventurismo russo avrebbe potuto realizzare il sogno di Caterina II di aprire alla Russia non solo il controllo del Mar Nero, ma dello stesso Mediterraneo orientale; ed era quindi una ipotesi da evitare assolutamente.