Ceramica e arti decorative del Novecento, riconosciuta dall’ANVUR come rivista scientifica per le aree 08 (Architettura) e 10 (Scienze storico-artistiche), è una pubblicazione a cadenza semestrale che dal 2018 si propone di raccogliere saggi, contributi e recensioni sui temi delle arti decorative/applicate/industriali del Novecento. L’obbiettivo è quello di riunire e rendere confrontabili ricerche provenienti da diversi ambiti scientifici e sollecitare sovrapposizioni e contaminazioni di approccio per il racconto e l’interpretazione del rapporto tra cultura del progetto e produzione nelle sue diverse accezioni di artigianato e industria e delle relazioni che intessono con lo spazio, la ricerca formale e visiva, la comunicazione, la ricezione e fortuna critica, i quadri economici e sociali, le fortune espositive, critiche e di mercato. Ad aprire l’undicesimo numero della rivista è l’editoriale di Matteo Fochessati, dedicato al curatore della Wolfsoniana di Genova Gianni Franzone, recentemente scomparso. Oltre a numerose recensioni di libri, mostre e conferenze, all’interno del volume sono poi riportati ampi saggi di: Irene de Guttry (sull’opera di Hans Stoltenberg Lerche); Giorgio Levi (su due collezioni di arredi artigianali prodotti in Sicilia tra agli anni Venti e Trenta del Novecento); Massimo Bignardi (su Ugo Marano); Cecilia Chilosi (sulla produzione storicistica nelle Albisole); Ettore Sessa (su Angiolo Mazzoni); Irene Fasulo (sul multiforme ingegno di Leonardo da Vinci).
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Ceramica e arti decorative del Novecento, riconosciuta dall’ANVUR come rivista scientifica per le aree 08 (Architettura) e 10 (Scienze storico-artistiche), è una pubblicazione a cadenza semestrale che dal 2018 si propone di raccogliere saggi, contributi e recensioni sui temi delle arti decorative/applicate/industriali del Novecento. L’obbiettivo è quello di riunire e rendere confrontabili ricerche provenienti da diversi ambiti scientifici e sollecitare sovrapposizioni e contaminazioni di approccio per il racconto e l’interpretazione del rapporto tra cultura del progetto e produzione nelle sue diverse accezioni di artigianato e industria e delle relazioni che intessono con lo spazio, la ricerca formale e visiva, la comunicazione, la ricezione e fortuna critica, i quadri economici e sociali, le fortune espositive, critiche e di mercato. Ad aprire l’undicesimo numero della rivista è l’editoriale di Matteo Fochessati, dedicato al curatore della Wolfsoniana di Genova Gianni Franzone, recentemente scomparso. Fochessati accompagna il lettore attraverso le numerose mostre curate da Franzone, tutte pienamente coerenti con la politica culturale della Wolfsoniana, fino all’ultima dedicata all’acquisizione della ricchissima collezione Tacchini. L’ampio saggio di Irene de Guttry descrive l’opera di Hans Stoltenberg Lerche, grandissimo innovatore delle arti decorative e della scultura nel primo Novecento, al quale si devono ceramiche bellissime e l’invenzione della moderna arte del vetro di Murano. Giorgio Levi descrive e commenta due collezioni private di arredi artigianali, prodotti in Sicilia negli anni Venti e Trenta, in vari stili (secessionista, futurista, déco). La maggior parte degli arredi sono dovuti ad artigiani ignoti, influenzati dall’opera di progettisti importanti, come Basile, Ducrot, Bevilacqua, Fallica, Morici e Rizzo. A distanza di dieci anni dalla prematura morte dell’artista Ugo Marano (ottobre 2011), Massimo Bignardi riprende il ‘dialogo’ con lo scultore, ceramista e designer, che ha segnato una significativa pagina dell’arte contemporanea italiana, focalizzando l’attenzione su due aspetti della sua ampia esperienza creativa e restringendo la narrazione in un arco cronologico dalla fine degli anni Sessanta ai primissimi dei Novanta. L’ampio saggio di Cecilia Chilosi è dedicato alla produzione storicistica nelle Albisole. Forti degli esempi del revival storicistico di gusto eclettico, gli imprenditori locali, a partire dalla fine del XX secolo, hanno inteso far rivivere i fasti barocchi e le grazie rococò della maiolica ligure di Sei-Settecento, creando uno stile composito, definito “antico Savona”. Il saggio di Ettore Sessa è dedicato ad Angiolo Mazzoni, architetto-ingegnere del Ministero delle Comunicazioni del Regno d’Italia, che redige progetti e realizza edifici soprattutto per palazzi delle poste e stazioni ferroviarie. Tali architetture costituiscono una quota significativa nella categoria dell’edilizia pubblica individuata come testimone della mistica istituzionale del Ventennio fascista. Il lavoro di Irene Fasulo muove da una riflessione sul fatto che il multiforme ingegno di Leonardo da Vinci trova applicazione pratica nella capacità di collegare varie forme di “trame”, veicoli di “immagini”: le narrazioni allegoriche che attraversano le sue tele, i motivi a intreccio che l’artista disegna per tutta la vita, ma anche quelle della moda, delle sue storie e dei suoi tessuti che raccontano, così come le trame del cinema, i valori costitutivi di un’epoca. Numerose sono le recensioni di libri: un importante libro sulla ceramica di Irene Biolchini, scritta da Luca Bochicchio; due volumi di Alfonso Panzetta,dedicati agli animaliers e a Felice Tosalli, scritta da Maria Grazia Gargiulo; il volume sulle vetrate artistiche fiorentine di Silvia Ciappa e Lucia Mannini, scritta da Cesare Facchetti; i due volumi di Thomas Braueuniger sulla manifattura O-luce di Giuseppe Ostuni, scritta da Alberto Serra; il libro di Anty Pansera sulle donne del Bauhaus, scritta da Marco Scotti; il volume di Valentina Filice e Manuel Rossi, con cui il Maggio fiorentino rende omaggio ad Emanuele Luzzati, scritta da Bruna Niccoli; il libro di Fulvio Irace dedicato all’architettura verde di Emilio Ambasz, scritta da Elena Dellapiana. Ampio spazio è dedicato anche alle recensioni di mostre: “Klimt e l’Italia” (Museo di Roma, Palazzo Braschi) scritta da Matteo Piccioni; “Omaggio ad Antonia Campi” (MUDI, Napoli) scritta da Claudio Gambardella; “Mario Sironi. Sintesi e grandiosità” (Museo del Novecento, Milano) scritta da Matteo Bonanomi; “Aldo Rossi. Design 1960-1997” (Museo del Novecento, Milano) scritta da Ali Filippini. L’ultima recensione, di Francesco De Carolis, riguarda un ciclo di conferenze organizzate da Fondazione Ragghianti di Lucca e Museo della Grafica di Pisa. Tra queste, due conferenze dedicate all’opera di Ragghianti (sugli echi etruschi e il rapporto con Carlo Levi) e due conferenze su Giorgio de Chirico.