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Nel suo secondo romanzo La forza dell’acqua, Willia Venturini riprende temi a lei cari, l’amore coniugale, la famiglia, la maternità, la fede, ma anche il male, fisico e morale, che mina l’esistenza dei più puri. Alla fine, il bene vincerà, ma non senza aver messo a dura prova tutti i protagonisti della vicenda. La trama è tutt’altro che semplice e i diversi capovolgimenti di scena non lasciano mai intravedere, fino all’ultimo, quale sarà la conclusione. Willia mostra una non comune abilità nello stravolgere le trame per poi ricucirle a una a una in un modo solo in apparenza semplice, il che mantiene viva per tutto il racconto la curiosità di scoprire come andrà a finire. Il romanzo è ricco di dialoghi che rendono incalzante la narrazione, che ancora una volta si snoda davanti al lettore come la scenografia di un film. E non mancano momenti di poesia che non si colgono solo, come ci si potrebbe immaginare, negli interludi amorosi, ma anche nella descrizione delle indimenticabili notti africane.
ANTEPRIMA SFOGLIABILE
Che ci fanno quelle trivelle, di solito utilizzate per scavare pozzi, abbandonate e nascoste dalla vegetazione in un Paese dove l’acqua, soprattutto quella potabile, è un bene prezioso? Siamo in Africa, dove il 36% della popolazione non ha ancora accesso a una fonte sicura. Linda se lo chiede, mentre con la sua vecchia, cara macchina fotografica a rullino le immortala. La risposta ora non ha tempo di trovarla: sta per rientrare in Italia dove deve consegnare al National Geographic il reportage che ha appena finito di mettere a punto lì, in Kenya. E poi, è ancora sconvolta da un’altra esperienza che ha appena vissuto: le è morto tra le braccia un bambino che aveva appena conosciuto in un campo profughi dove era casualmente capitata e dove era stata testimone in prima persona della realtà di un’umanità sofferente. Mancano poche ore al decollo; una breve passeggiata intorno all’albergo di Nairobi, gli ultimo scatti in un parco lì vicino, ed ecco che Linda immortala quello che non avrebbe dovuto: uno scambio di denaro. Si rende conto di essere incappata in qualcosa di losco e fa rocambolescamente sparire il rullino, nonostante i protagonisti dello scambio si siano accorti di essere stati fotografati. Una volta a Milano, Linda quasi dimentica le vicende africane. Passano in secondo piano perché scopre che la sorella è gravemente malata e a lei dedica gran parte del suo tempo. Ma il destino non è del tutto crudele. Fra le corsie dell’ospedale Linda intravede il suo compagno d’infanzia e di adolescenza. Sì, è proprio lui, Nadir, ora affascinante pediatra. Quello che già poteva essere tanti anni fa, ma che era rimasto solo nell’aria, ora si concretizza: sboccia l’amore. Non tutto fila liscio, però. Le ombre del passato arrivano a mettere il bastone tra le ruote alla nuova coppia. In particolare, Marco, l’ex di Linda, la coinvolge nella realizzazione di uno scoop giornalistico ai danni di un esponente del Governo italiano. In cambio, Linda, che non ha dimenticato la storia delle trivelle, chiede a Marco una mano per aiutarla a scoprire perché siano state abbandonate. Ne nasce una serie di colpi di scena a tutto campo, tra gelosie, maschere, viaggi in Africa, storie che si intrecciano in modo imprevedibile. Alla fine, tutto ha una sua logica… Ma chi ha sbagliato paga? Chi ha subito ingiustizie sarà riscattato? Il Kenya e la Somalia, entrambi coinvolti nell’affaire trivelle, avranno giustizia? Chissà se avrà una conclusione a lieto fine anche la tribolata storia d’amore tra Linda e Nadir, che dovranno capire come conciliare vita privata e lavoro e, soprattutto, se e come tornare a fidarsi l’uno dell’altra…