Il libro scritto da Davide Peccantini è una documentazione sulla storia del forte di San Massimo, situato nella 3° Circoscrizione Ovest del Comune di Verona. L'autore ha condotto una ricerca accurata utilizzando diverse fonti, come i documenti provenienti dagli archivi di Stato, comunali.
Il forte di San Massimo, il nome originale era Werk Liechtenstein, tra via Piatti e via Randazzo. Durante la sua ricerca, l’autore ha ottenuto il permesso del proprietario di una delle case della zona per scattare foto dei resti del forte.
Il libro ripercorre la storia della zona e dei proprietari dell’epoca secondo il Catasto austriaco del comune di San Massimo, con particolare slancio sulle trasformazioni militari con Radetzky come governatore militare del Regno Lombardo-Veneto.
Con il passare degli anni e le nuove innovazioni tecnologiche nel campo dell’artiglieria, e, dopo la seconda guerra d'indipendenza nel 1859, l'importanza strategica del forte diminuì a causa delle innovazioni tecnologiche.
Vengono approfonditi i dettagli del forte di San Massimo, la sua struttura e le aggiunte che furono fatte nel corso degli anni. Nel 1887, il forte fu dichiarato inutilizzato per scopi militari e nel 1923 furono venduti i terreni dove si trovava il forte.
ANTEPRIMA SFOGLIABILE
Davide Peccantini, autore di questi libri, ha svolto una ricerca accurata, avvalendosi di una vasta gamma di fonti, tra cui documenti provenienti dagli archivi di Stato, comunali e parrocchiali, oltre a una ricca bibliografia presente nelle biblioteche veronesi. Il suo obiettivo è quello di ricostruire con precisione la storia del territorio.
Il libro "Il forte di San Massimo" ci porta alla scoperta e alla documentazione del forte di San Massimo, situato nella Terza Circoscrizione Ovest del Comune di Verona. Il forte si trova nel quartiere di San Massimo, tra via Piatti e via Randazzo, delimitato a Est dalla ferrovia per il Brennero, lungo il ciglione delimitato dal paleoalveo. Josef Radetzky, nominato governatore militare del Regno Lombardo-Veneto, riconobbe l'importanza di Verona come punto strategico e la incluse tra le priorità delle fortificazioni.
Nella Terza Circoscrizione di Verona, furono costruiti diversi forti a partire dal 1848, tra cui il Wallmoden a Borgo Nuovo, seguito dal forte Radetzky (San Zeno), il forte di San Massimo, il forte Fenilone, Santa Lucia, Palio, Porta Nuova e Tombetta.
Dopo la seconda guerra d'indipendenza nel 1859, il sistema fortificato del Quadrilatero assumeva un'importanza strategica ancora maggiore, poiché il confine si era spostato vicino a Peschiera. Gli austriaci introdussero nuove innovazioni tecnologiche nelle loro macchine da guerra, come l'artiglieria a retrocarica con anima rigata, che richiese un ammodernamento di tutte le fortificazioni per aumentare la gittata delle bocche da fuoco da 4.500 a 6.000 metri.
Il forte Liechtenstein aveva la funzione di proteggere il lato destro del Forte San Zeno/Radetzky e il forte più vicino lungo la strada ferrata. Il forte era costituito da una baracca in legno per la truppa, un terrapieno, un fossato e uno spalto. Aveva un armamento composto da 14 bocche da fuoco e una guarnigione di 60 soldati. Durante un aggiornamento nel 1859, fu costruita una muratura a caponiera nel mezzo del forte, si rinnovò il ridotto in muratura e furono aggiunti un pozzo, una polveriera e una palizzata al piede della scarpa esterna. Vi era anche un ridotto centrale con una torre circolare e le postazioni dell'artiglieria.
Nel cortile di sicurezza del forte, vi erano due muri che collegavano al centro del fronte di gola, con una caponiera e un'altra parte del ridotto.
Nel 1861, con la costruzione del secondo campo trincerato, il forte Liechtenstein fu declassato mantenendo però le entrate per la fanteria.
Il forte fu distrutto in anticipo rispetto agli altri forti vicini. Il decreto n. 4277 del 22 gennaio 1887 dichiarò la cessazione dell'area militare dei forti della "2° linea della piazza di Verona", con conseguente cessazione della servitù militare. Successivamente, nel 1923, venne pubblicato un avviso d'asta per la vendita dei terreni dove si trovava il forte, specificando che la zona proveniva dal demanio pubblico militare e i terreni erano utilizzati come pascolo.
Negli anni '20 del XX secolo, fu stabilito che le zone circostanti i forti e le polveriere, in quanto servitù militare, venivano dichiarate zone di pubblica utilità per la costruzione di infrastrutture. Nonostante ciò, la servitù militare continuò e nel piano regolatore del 1938 non era ancora prevista l'urbanizzazione della zona studiata. Già nel 1938 si poteva notare che l'area del forte era stata livellata e nel secondo dopoguerra furono costruite al suo posto, grazie alle lottizzazioni del terreno, case private. Ad oggi è rimasto solo un muro all’interno di una casa privata.