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Esperienze scientificamente controllate scaturite nell'ultimo anno del Premio Nazionale "Carla Guglielmi" per la Ricerca e lo Studio sugli Interventi Assistiti con il Cavallo - Vincitori 2022
La quinta edizione del Premio intitolato a Carla Guglielmi certifica il successo di un’iniziativa che, nata dall’atto d’amore del dottor Angelo Pasi nel voler mantenere viva la memoria della moglie Carla e di una delle sue grandi passioni, può fregiarsi oggi di una riconoscibilità e di una credibilità a livello nazionale nell’ambito scientifico della ricerca sugli interventi assistiti con gli animali. Lo spessore e la rilevanza del Premio sono altresì certificati dalla collaborazione dei vari e prestigiosi soggetti coinvolti, da Fondazione Fevoss Santa Toscana a Fieracavalli, fondamentali partner di un’iniziativa benemerita che ha la capacità di evocare la memoria e proiettarsi al futuro, riconoscendo il lavoro e il merito di giovani studiosi capaci di indagare il tema con serietà, originalità e, aspetto da non sottovalutare, con un’evidente passione a livello educativo e curativo. Una passione che, ritengo, aggiunga ulteriore caratura etica e sociale a studi che si caratterizzano per la professionalità con la quale sono stati condotti, in perfetta comunione con i valori che il benefattore Angelo Pasi ha voluto instillare in questa benemerita iniziativa. La sempre maggiore partecipazione al bando è, contestualmente, motivo di orgoglio e comprova della bontà di un progetto che eleva il concetto di benessere della persona in armonia con il creato, e lo fa attraverso lo studio di una relazione, quella tra uomo e cavallo, il cui benefici sono evidenziati dai risultati degli approcci sperimentali ed empirici descritti nei lavori qui presentati. Lo stesso inserimento degli studi all’interno di una collana editoriale a carattere scientifico che, con questo, è giunta al terzo volume, assegna ai lavori e a chi li ha redatti il ruolo di solido punto di riferimento in vista delle ricerche future, per il progressivo e meritorio sviluppo scientifico di un tema che, grazie al Premio, può contare su un alleato di sicuro affidamento.
ANTEPRIMA SFOGLIABILE
Il desiderio di istituire un premio intitolato a mia moglie Carla è sorto dal grande dolore per la sua perdita. L’idea mi è venuta pensando alla sua attività di insegnante presso l’Istituto Aldo Pasoli di Verona, alla sua sensibilità per i ragazzi con qualche difficoltà e al suo amore per tutti gli animali, in modo particolare per i cavalli. Questa passione ci univa in modo particolare e ci ha spinti a costruire una casa in campagna per poter avere i nostri cavalli vicini e poterli accudire personalmente. Carla mi raccontava che fin da piccola era attratta da questi meravigliosi animali e non ne era per niente intimorita. Suo nonno, che aveva un terreno di campagna in un paese in provincia di Ferrara, possedeva un cavallo di nome Pirin (Pierino) che teneva in un recinto e Carla, sfuggendo al controllo dei nonni, spesso entrava per accarezzarlo. Queste esperienze, vissute da bambini, lasciano il segno. L’amore e la gioia che Carla aveva per i suoi cavalli trasparivano dal suo sorriso quando li accarezzava. Anch’io fin da piccolo ho avuto tanti contatti con questi grossi animali, così mi sembravano allora. Negli anni Cinquanta e Sessanta i trasporti delle merci avvenivano ancora con i carretti trainati dai cavalli e, siccome la mia famiglia gestiva una locanda dove si fermavano i carrettieri per rifocillarsi e far riposare gli animali, io nel frattempo avevo il compito di dare una razione di avena proprio ai loro cavalli. Ricordo che l’avena era contenuta in un grosso contenitore e io, con un piccolo secchiello, versavo il contenuto nella sacca che veniva attaccata al muso del cavallo. In questo modo non veniva sprecato nemmeno un piccolo seme. Come premio i carrettieri, prima della partenza, mi mettevano per pochi minuti sulla groppa del loro cavallo e questo mi emozionava e mi dava una grande felicità. Queste esperienze hanno segnato le scelte che ho fatto nella vita e mi hanno unito in modo così forte a mia moglie Carla. La casa e gli spazi in campagna dove abbiamo vissuto e dove tuttora vivo, mi hanno permesso di allevare i cavalli della razza che preferisco, il purosangue arabo, e anche questa scelta è nata quando ero bambino. Mi era stato regalato un piccolo libro, che ancora conservo, in cui erano fotografate e descritte la morfologia, le attitudini e la possibile utilizzazione di ogni razza. Ricordo perfettamente che ero rimasto affascinato dalle caratteristiche di un cavallo bianco con grandi occhi neri, le narici grandi e scure e la coda portata alta a fontanella. Era un purosangue arabo. Mi avevano colpito la fierezza, l’eleganza e il senso di potenza che emanava. Da adulto, avendone la possibilità, non potevo che cavalcare e allevare solo questa meravigliosa razza di cavalli. Io e Carla abbiamo così potuto fare delle belle cavalcate a contatto con la natura, rivivendo le emozioni di quando eravamo bambini. La predilezione verso questi meravigliosi animali ci ha spinto ad allevarli con molto impegno e questo ha dato ottimi risultati, infatti abbiamo esemplari molto apprezzati anche all’estero. Il premio nasce dall’esigenza del ricordo e così, con l’aiuto del caro amico Alfredo Dal Corso, fondatore e presidente della Fondazione Fevoss Santa Toscana, dal 2018 abbiamo promosso e fatto conoscere a molte università italiane tale iniziativa. Negli anni ci sono pervenute diverse tesi di laurea che sviluppano in modo scientifico lo studio e la valenza degli interventi assistiti con il cavallo nelle difficoltà giovanili, ed è per me un piacere vedere il nome di Carla associato al riconoscimento di un lavoro di qualità.