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DAL VO’ AL PO è un viaggio fotografico che Paolo Castiglioni compie in una porzione di Pianura Padana a cavallo fra tre province e due regioni, dove la cultura e lo scorrere della vita appaiono simili, ma dove lingua e usanze sono spesso molto differenti. Si parte dal Vo’, località di Isola della Scala in provincia di Verona, ricca di risaie grazie alle acque risorgive, fino ad arrivare al Po, 40 chilometri più a Sud, attraversando una pianura densa di coltivazioni specializzate, di edifici abbandonati, di centri commerciali assolati, di case, ville e fattorie di antico splendore. Il progetto fotografico nasce dalla necessità di fissare il quotidiano nel timore che tutto scompaia: il tempo ha infatti eroso edifici e cambiato paesaggi, in un processo lento ma continuo. La memoria è una traccia, una mappa. La fotografia è un pretesto per vedere quello che è rimasto, e osservare come oggi questo territorio si manifesta. E il suo svelarsi è ricco di colpi di scena, di luoghi inaccessibili e sconosciuti, di meraviglie riscoperte. E allora bisogna lasciarsi guidare dallo stupore, godere delle piccole sorprese, di un museo sconosciuto, di un murales sull’argine del Po o di un Luna Park immerso nella campagna.
ANTEPRIMA SFOGLIABILE
DAL VO AL PO, fotografie di Paolo Castiglioni Questo volume è un viaggio fotografico sull’onda della memoria attraverso una Pianura Padana a cavallo fra tre province e due regioni, dove la cultura e lo scorrere della vita appaiono simili, ma dove lingua e usanze sono spesso molto differenti. Si parte idealmente dal Vo’ Pindemonte, località di Isola della Scala a Sud di Verona, famosa per le coltivazioni di riso grazie alle acque risorgive che generano anche dei corsi d’acqua, fino ad arrivare al grande fiume, il Po, che scorre 40 chilometri più a Sud, attraversando una pianura densa di coltivazioni specializzate, di edifici abbandonati, di centri commerciali assolati, di case, ville e fattorie di antico splendore. Il progetto fotografico si sviluppa affrontando i molteplici aspetti di queste terre di provincia, ricche ma spesso non consapevoli di esserlo, quasi inconsapevoli del valore storico e culturale qui raccolto. Nella Galleria vaticana delle Carte Geografiche si trova la mappa del territorio Transpadana Venetorum Ditio che riguarda questi luoghi. Realizzata nel 1583, diviene una traccia affascinante da seguire e a chi conosce questo territorio sembra incredibile che in quei tempi esistessero delle comunità: spesso oggi, infatti, non ne abbiamo nemmeno la consapevolezza. Tra ville e chiese antiche, tra complessi industriali andati in rovina e Luna Park, tra un fiume denso di storie come il Po e le coltivazioni intensive dei terreni agricoli, si dipana l’indagine fotografica, spesso ricca, per l’osservatore attento, di cambi di passo, di segni ricorrenti, di temi tipici della provincia italiana. Ecco allora comparire il Museo della giostra di Bergantino o le prime edizioni autografate dei principali letterati del Novecento nella biblioteca privata di Arnoldo Mondadori di Ostiglia o i ricoveri di fortuna nella campagna veronese adatti a far filò o i resti di set cinematografici come Centochiodi di Ermanno Olmi a San Giacomo Po o le civili abitazioni degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso prodotte dai pennini di geometri incompetenti e senza cultura. E ancora i vetusti edifici industriali, la cui architettura era stata un esempio progettuale importante ai suoi tempi ma che ora sono solo un groviglio di macerie. C’è urgenza di fissare la memoria, annodarla a ciò che resta. Il lavoro fotografico di Castiglioni si sviluppa in maniera precisa, si avverte la tecnica attenta: la macchina medio formato su treppiedi, la stessa ottica fissa, i diaframmi chiusi e i tempi lunghi. Ne esce un racconto che privilegia i luoghi e poco le persone, rappresentando una visione della Pianura Padana, sicuramente attenta e per questo spesso sorprendente. Tutto quello che ci è vicino si fa fatica a vederlo bene: occorre impegnarsi e scavare, offrire spunti visivi nuovi a chi abita questi luoghi e a chi invece non li conosce. Spesso è l’incongruente che ci appare, come un murales sull’argine del Po, un minuscolo capitello in una zona industriale, una giostra in mezzo alla campagna, un Museo della giostra, un interno di villa inaspettato. Ma in fondo il mondo che ci circonda non è come lo ricordiamo né come lo pensiamo, e nemmeno come lo vediamo.