Il numero 14 della rivista contiene, oltre all’editoriale (dedicato alla inaugurazione del nuovo archivio della Triennale di Milano), quattro saggi e nove recensioni di libri e mostre. Gli argomenti coperti dai saggi sono la presenza degli artisti siciliani (Rizzo, Paolo e Alberto Bevilacqua, Fallica) alle Triennali di Monza-Milano, le bellissime bottiglie realizzate a Cesena da Riccardo Visan (spesso in passato ingiustamente attribuite ad altri), le ceramiche realizzate a Signa dall’artista Enzo Borgini, la collaborazione fra Cleto Munari ed Ettore Sottsass nella realizzazione di oggetti in peltro.
Le recensioni di libri trattano di un volume di Possamai su Trieste, di un’opera dedicata alla manifattura ceramica Bini & Carmignani e di un volume sui cinquant’anni de I Maestri di Cassina. Le mostre coperte sono quelle delle ceramiche di Fausto Melotti a Lucca, delle opere di Wilfredo Lam ad Albisola, la mostra su Virgilio Retrosi alla Casina delle Civette, la mostra sui metalli di Nino Ferrari a Lonato del Garda, la mostra su Diego Giacometti alla Fondazione Rovati e la mostra sulle relazioni tra Gio Ponti e Ugo Ojetti nell’oro bianco al Poldi Pezzoli.
ANTEPRIMA SFOGLIABILE
Il saggio La Sicilia déco e futurista alle mostre di arti decorative di Monza-Milano, di Giorgio Levi, analizza le opere presentate alle Triennali delle Arti Decorative di Monza-Milano del 1927 e 1930 da parte di quattro importanti artisti siciliani, alfieri del déco e del futurismo: Paolo Bevilacqua, Pippo Rizzo, Alberto Bevilacqua e Alfio Fallica. Importanti sono i dipinti e i tappeti di Pippo Rizzo, i tappeti e le vetrate di Alberto Bevilacqua, i mobili di Alfio Fallica, le opere in ceramica, metallo, legno e cuoio di Paolo Bevilacqua.
Il saggio Una collezione inedita di Ettore Sottsass e gli esordi di Cleto Munari, di Davide Alaimo, racconta come la scoperta sul mercato antiquario di un vaso con coperchio e di un vassoio in peltro punzonati con la firma Ettore Sottsass 17 abbia stimolato le indagini sulle origini dell’attività di Cleto Munari. Il protagonista del design del gioiello e dell’argenteria d’autore del Novecento, che si è raccontato in una lunga intervista, ha infatti iniziato la sua carriera grazie ad un metallo dalle antiche origini ma di modesto valore economico.
Il saggio Le bottiglie di Arrigo Visani è di Riccardo Visani. Arrigo Visani (1914-1987) lavora presso la Cooperativa Ceramica di Imola (C.C.I.) dal giugno 1946 al gennaio 1951. Durante il primo anno di attività frequenta le lezioni di disegno e di incisione di Giorgio Morandi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, riprese dopo la parentesi bellica. Nella Sezione artistica della C.C.I. crea ex novo una multiforme serie di bottiglie, tra le quali quelle che sono conosciute come le bottiglie “animate” o “viventi” di Imola. In queste ultime trasporta, con la sensibilità poetica e la maestria tecnica che gli sono ampiamente riconosciute, una personale e precoce interpretazione della psicologia dell’arte del suo Maestro d’accademia e le suggestioni derivanti dalla sua straordinaria lezione formale. L’anonimato statutario vigente presso la C.C.I. ha favorito, purtroppo, una certa arbitrarietà di attribuzione delle ceramiche di questo tipo, sia in letteratura, sia in occasione di varie mostre dedicate al periodo. L’intento di questo saggio è restituire a Visani la piena paternità artistica delle sue opere.
Il saggio La ceramica dipinta di Enzo Borgini: quando la pittura si pone a servizio della ceramica, di Virginia Lepri, prende in esame la produzione ceramica dell’artista di Signa Enzo Borgini (1934-2021). L’elaborato si apre con una breve nota biografica che ripercorre gli eventi più significativi della vita dell’artista toscano, a partire dall’esperienza formativa al Villaggio Artigiano del Fanciullo, per passare poi agli studi accademici e a quelli svolti da autodidatta, ai lavori presso le manifatture ceramiche della zona (la Zecchi Ceramiche, la Manifattura di Signa, la Ceramiche Pugi e la Ceramiche Bagni), fino alle mostre internazionali e nazionali alle quali ha partecipato o delle quali è stato protagonista. La parte più ampia del contributo è invece dedicata allo studio delle ceramiche realizzate da Borgini nel corso degli anni, approfondendo soggetti, tematiche e tecniche utilizzate, dalle serie erotiche a quelle con le “figure” e le folle, fino agli autoritratti e agli animali. A emergere è la personalità di un artista originale, sempre propenso alla sperimentazione che, pur vivendo ai margini del grande sistema dell’arte contemporanea, risulta essere di estremo interesse.