La copertina del quinto numero de La coda del drago è dedicata ad Alex Zanardi, un irriducibile eroe sportivo del nostro tempo di cui viene approfondita la conoscenza attraverso una intervista ad Anna, la madre del campione, realizzata con ammirevole sensibilità da Tiziana Loddo. Il “Fattore Z” che compare come titolo dell’editoriale si giustifica con la presenza di Zanardi ma anche di Gianfranco Zola. All’interno è stato realizzato infatti, con la collaborazione di Massimiliano Castellani e di Bastiano Catte, uno straordinario servizio che vede il campione protagonista di un podcast in lingua sarda (Chircande a Zola) che coinvolge i ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Oliena. Il progetto, unico nel suo genere, ha suscitato l’interesse anche di Francesco Preverino, un artista di levatura internazionale, che di Zola ha realizzato un ritratto espressamente per La coda del drago.
Una attenta e documentata analisi del “boom” del calcio olandese anni Settanta è stata compiuta da Piero Faltoni. La presenza carismatica di Johan Cruijff e la straordinaria carambola di emozioni non bastarono a dare sostanza ai sogni: per la prima volta si vide tuttavia una squadra in grado di coniugare ai massimi livelli tecnica e qualità fisiche.
Da segnalare la storia romanzesca di Billy Mills, il pellerossa leggendario vincitore dei 10.000 metri alle Olimpiadi di Tokyo 84, che tornerà a San Vittore Olona, patria della Cinque Mulini, a quasi 60 anni dal successo (1965) nella corsa campestre più famosa al mondo. L’iniziativa è partita da Peppino Galli, presidente storico della Sportiva che organizza la Cinque Mulini, che ha evidenziato l’impegno di Mills in favore delle riserve indiane.
Altro articolo degno di nota è quello che Tonino Raffa ci ha regalato con il ricordo commosso di Enrico Ameri nel ventennale della scomparsa. Una voce, quella di Enrico, che appartiene alla storia del giornalismo radiofonico e che ci riporta agli anni ruggenti di Tutto il calcio minuto per minuto.
ANTEPRIMA SFOGLIABILE
Il “Fattore Z” chiama subito in causa, nel quinto numero de La coda del drago, due campioni come Alex Zanardi e Gianfranco Zola cari al cuore di chi conosce la differenza tra la qualità e la quantità dei traguardi tagliati da vincitore. Sono arrivati entrambi, attraverso percorsi indecifrabili, a superare le colonne d’Ercole. Alex lo ha fatto con l’atteggiamento irriverente del guerriero indomabile: nessuno è mai apparso alla ribalta dell’agone sportivo con un simile smodato, passionale gusto per la sfida. Viene in mente la nota iterativa di una canzone di Vladimir Vysockij, poeta russo altrettanto sfrenato, sempre pronto a inseguire nuovi orizzonti: “Più in là, più in là”. Ha finito per smarrire la rotta, Alex, quando gli dei dell’Olimpo sportivo gli hanno imposto un pedaggio oltraggioso a punirne l’offesa guascona. Nulla vieta però di pensare che la sua energia vitale, così diversa dalla consuetudine, possa ricondurlo nel tempo verso rive dolcissime, dove riannodare il gomitolo dei sogni.
A riannodare il gomitolo dei ricordi di Anna, la mamma di Alex Zanardi, ha provveduto invece Tiziana Loddo, sarda che più sarda non si può e quindi tenace, irriducibile, visionaria. Sono state proprio queste doti a suggerirle una mission impossible, quella di intervistare la persona che da più tempo conosce Alex, sua madre, ma che meno di tutte, per contrasto, appariva disponibile a raccontarlo. Serviva, ecco, una sensibilità particolare che consentisse di utilizzare senza forzature la chiave dell’empatia. Così è stato, ed ecco che l’intervista (uno scoop, se usassimo le immagini di un giornalismo che non ci appartiene) ha preso forma per naturale adesione alla più difficile delle arti della comunicazione: la semplicità.
Il “fattore Z” glorifica con ampio merito anche Gianfranco Zola, un panda razza protetta del nostro calcio, oppure un fossile da costudire sotto teca. «Sostengo da sempre ‒ osserva Matteo Marani, presidente della Lega Pro ‒ che l’uomo Zola è persino superiore al campione». Un giudizio condiviso dalla gente di Oliena, che non l’ha mai visto montare in cattedra neppure nei momenti più scintillanti della carriera. Ed è una caratteristica, questa, che emerge anche dal progetto affidato agli studenti del locale Istituto Comprensivo, incaricati di rintracciare ogni notizia possibile per consegnare alle generazioni future (utilizzando in un podcast la lingua sarda) il mito di Magic Box. Il titolo, Chircande a Zola, cercando Zola, chiarisce in maniera esaustiva il significato della ricerca. C’è anche una chicca rappresentata dal ritratto di Gianfranco che Francesco Preverino, artista di caratura internazionale, ha realizzato espressamente per La coda del drago.
Sull’onda del revival, giustificato anche dalla buona prestazione della nazionale olandese ai recenti Europei, ecco invece l’analisi attenda e documentata che uno specialista come Piero Faltoni ha dedicato al “boom” iniziale degli Orange, quando l’entrata in scena di un fuoriclasse come Johan Cruijff non bastò a dare sostanza ai sogni. Per la prima volta si vide tuttavia una squadra che, forgiata con sapienza da quell’autentico maestro di calcio che è stato Rinus Michels, è apparsa in grado di coniugare ai massimi livelli tecnica e qualità fisiche.
Il pugilato come scuola di vita è al centro degli interventi di Nin Guarienti e Gianluigi Mazza. Proprio oggi che la noble art viene percepita dai ragazzi come la fase propedeutica alla kickboxing o come una parente povero del wrestling, viene riproposta da Guarienti l’epoca neppure troppo lontana in cui l’arte dei pugni infiammava le folle più del calcio e del ciclismo messi insieme. Motivi ispiratori che sono stati alla base degli splendidi dipinti che Roberto Micheli, pittore visionario, ha dedicato ai “dolci ciccioni” del ring e che Gianluigi Mazza, studente di filosofia alla Sapienza, ha raccontato in un’intervista di splendida fattura.
Non manca come tradizione la presenza degli articoli realizzati agli studenti. Gianluigi Mazza a parte, brillano in questo caso Valentina Masotto con la rievocazione del talento cestistico di Vittorio Gassman, Vittoria Gogna, che ha raccontato il bisnonno ciclista amico di Learco Guerra, e Gabriele Miccio, un pallanuotista innamorato della sua disciplina sportiva. Infine lo spazio dedicato allo sport nella scuola con la rubrica di Laura Spiritelli e la recensione di un libro di culto (L’educazione fisica in Italia: scenari, sfide, prospettive) coordinato da Massimo Lanza.