Descrizione:
È sempre meritevole lo sforzo del divulgatore storico quando, come in questo caso Italo Martinelli nel libro Con gli occhi di Bailardino, cerca di ricostruire le gesta di un personaggio del passato di cui è veramente limitata la disponibilità di fonti, strumenti preziosi e fondamentali per la ricerca che raccontano e ci fanno conoscere meglio chi era l’uomo, il miles, il consigliere. Ma l’autore non si è dato per vinto e ha cercato, in maniera intelligente, di far emergere Bailardino Nogarola attraverso personaggi illustri e importanti come gli Scaligeri i quali ne segnarono la vita politica, militare e affettiva. Il lavoro di ricerca deve essere stato faticoso, ma proprio per questo alla fine è sempre accattivante e nello stesso tempo ardito. Il testo cerca, con tutta la semplicità di chi ama la storia come Italo Martinelli, di tessere una tela di avvenimenti accaduti veramente e su questa tela ritrarre il nostro Bailardino: farlo guardare, camminare, agire, combattere, amare e farcelo raccontare attraverso i suoi occhi, calarlo in un combattimento nelle terre mantovane, vederlo testimone di un atto notarile importante con Bartolomeo Primo della Scala, sederlo a una tavola signorile imbandita durante una festa importante dove magari, si può solo immaginare, lo si vede dialogare con il sommo poeta Dante Alighieri, ospite a causa del suo esilio da Firenze proprio presso Bartolomeo Primo della Scala. Il legame che esiste fra la famiglia Nogarola e il Comune di Castel d’Azzano è molto forte, dato che la Villa che ospita la sede Comunale è stata fin dalla fine del XIII secolo di proprietà della nobile famiglia - la datazione risale a un famoso documento in cui i conti Pietro e Corrado Nogarola acquistano nel 1273 il fondo di Azzano dagli Scaligeri ed è da lì che iniziano le vicende storiche. Sono due i rami della famiglia Nogarola che interessano: quello di Bailardino, protagonista del libro citato, che aveva possedimenti nella Bassa veronese e precisamente a Nogarole Rocca, dove costruì il suo castello e nel Mantovano; e l’altro ramo, quello del fratello di Bailardino, Antonio che fu capostipite del ramo che interessa Castel d’Azzano del quale nei secoli la Villa fu testimone nei suoi successori.
ANTEPRIMA SFOGLIABILE