SPAZIO D’AUTORE: Intervista a Alice Zanivan
By Luca Cavedon
Fumetti
Alice Zanivan è la fumettista che ha disegnato il primo volume di Ivar – ØSTLANDET, una saga epic-fantasy ispirata alla mitologia scandinava. È oggi con noi per parlarci dell’uscita del tanto atteso secondo volume della serie, Ivar – ROGALAND, che inizia dal punto in cui si era interrotto il primo volume.
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- Alice, per prima cosa si presenti al nostro pubblico: quando ha iniziato a disegnare fumetti?
Disegnare è una passione che coltivo fin dall’infanzia, alimentata dal mio amore per i fumetti. Questo interesse ha radici familiari: mio nonno, un grande fan di Tex Willer, mi faceva sfogliare con lui gli ultimi numeri comprati in edicola, mentre mia nonna regalava ogni anno a me e a mia sorella l’abbonamento a Il Giornalino.
Il mio vero interesse per i fumetti è sbocciato grazie ad Arianna, mia sorella maggiore, che ha iniziato a portare a casa i primi manga. Sono stata subito catturata dalle trame avvincenti di fumetti come City Hunter, Sailor Moon, Alita e molti altri. Leggere quei volumi ha suscitato in me il desiderio di replicare quei disegni così unici, una passione che continua a far parte della mia vita ancora oggi.
- Come mai ha sviluppato questa grande passione per la mitologia nordica? Quali sono state le Sue fonti di ispirazione?
Devo ammettere che il mio interesse per la mitologia norrena nasce dalla passione travolgente che nutro per le terre scandinave. Ho avuto la fortuna di visitare diverse volte l’estremo nordeuropeo, specialmente la Norvegia, che ha pesantemente ispirato l’ambientazione del mio Ivar. Nella mia saga, il paesaggio è così importante che lo tratto come un vero e proprio personaggio, con estrema cura.
Il mio interesse per la mitologia, poi, è cresciuto man mano che studiavo la storia del popolo scandinavo. Il primo testo che ho esplorato è stato l’Edda poetica di Snorri Sturluson, seguito dalle saghe islandesi - per citarne una, la Saga di Erik il Rosso - e il Beowulf.
Ci tengo tuttavia a precisare che il mio scopo nello scrivere questa storia non era replicare i miti tradizionali. La mia intenzione era creare una mia saga personale che fosse originale e coerente con i reperti storici, ma con licenze poetiche legate al genere fantasy. Chi leggerà i primi due volumi della mia serie riconoscerà, infatti, elementi derivati dalla mitologia, ma noterà anche le modifiche apportate per arricchire la trama.
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- Il secondo volume di IVAR era molto atteso tra i Suoi lettori. Ha ottenuto riscontri positivi dopo la pubblicazione?
Prima di pubblicare il secondo manoscritto, ho chiesto al mio ex insegnante di fumetto e sceneggiatura, Luca Trentin, di leggere Rogaland e darmi un suo parere. Il suo giudizio è stato molto positivo: a detta sua infatti, rispetto a Østlandet, il primo volume della serie, avevo fatto notevoli progressi in tutti gli aspetti, dal disegno alla sceneggiatura, fino alla fluidità delle scene di combattimento.
I primi lettori che hanno avuto modo di leggere il volume pubblicato hanno confermato il suo parere. Mi hanno detto di averlo letteralmente divorato e di essere ansiosi di leggere il terzo – quando ci sarà.
Sono davvero contenta di questi commenti, perché Rogaland è stato molto più difficile da scrivere rispetto al primo libro e temevo che i numerosi flashback potessero rallentare la lettura. Sapere invece che i lettori hanno trovato la storia fluida e godibile mi ha resa davvero felice.
- Quali sono stati gli eventi a cui ha partecipato e nei quali ha potuto presentare l’uscita del secondo volume?
Finora ho partecipato a una sola fiera, TALES, COMICS AND GAMES a Montagnana, in provincia di Padova. Ero felicissima di presentare Rogaland ai miei lettori e il mio banchetto è stato letteralmente preso d’assalto! Tantissimi sono venuti a reclamare il secondo volume fin dalle prime ore della manifestazione. Per la prima volta, sono rimasta ben oltre l’orario di chiusura perché la gente continuava ad arrivare. Per darvi un’idea del successo, ho riportato a casa solo due copie. È stato incredibile vedere tanto entusiasmo per la mia opera!
Nel frattempo, ho partecipato ad altri due eventi.
Il primo, ART FACTORY, si è tenuto il 23 giugno presso SD FACTORY di Reggio Emilia, organizzato dall’associazione di promozione artistica Altro Spazio d’Arte, di cui sono socia attiva. Sarà una mostra collettiva con altri 9 artisti di arte figurativa e terrò anche un laboratorio sul character design.
Il secondo evento è stato FUMETTI AL PARCO, un festival del fumetto a Dueville, in provincia di Vicenza, il 29 giugno, organizzato dagli amici di Breganze Comics. Sono particolarmente legata a questa organizzazione perché grazie a loro ho esordito nel mondo dei fumetti nel 2022, quando mi hanno invitata a presenziare nonostante non avessi ancora le copie disponibili di Østlandet.
Sono poi in contatto con un paio di librerie per delle presentazioni, ma credo che ormai si terranno dopo l’estate.
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- Anticipiamo al pubblico che non ha ancora letto Ivar – Rogaland cosa potrà trovare all’interno del libro.
Non è un caso se sulla copertina di Rogaland non troviamo Ivar, il protagonista, bensì Asbjørn, il villain del primo volume. Questo libro infatti vedrà Ivar, il protagonista, un po’ in secondo piano nella vicenda, perché la storia si concentrerà proprio sul guerriero-stregone che ha costretto il ragazzo alla fuga tra i boschi e i fiordi della Norvegia meridionale.
Leggendo Østlandet, infatti, al lettore rimane un grande interrogativo: chi è quest’uomo così cupo e privo di scrupoli? Perché vuole a tutti i costi la collana magica del padre di Ivar? Cosa si nasconde nel suo passato, al punto da averlo condotto alla ricerca di questo manufatto? Perché in Rogaland, infatti, il passato costituisce una componente davvero importante: il vissuto dei tre personaggi principali si intreccia tramite una serie di flashback in una sorta di gioco a incastri che creerà un unico, grande puzzle e che renderà chiaro un disegno decisamente più grande e oscuro di quello che il lettore si immaginava.
Ho parlato di tre personaggi principali: comparirà infatti in scena anche Gudrun, una ragazza che salva Ivar dopo il rovinoso naufragio avvenuto alla fine del primo volume.
Gudrun è un personaggio che per certi versi assomiglia a Ivar, perché come lui ha avuto un passaggio tragico che l’ha portata a doversi isolare dalla sua gente. Tuttavia, a differenza del ragazzo che ancora non ha la forza mentale per affrontare in maniera matura gli eventi che gli stanno capitando, lei ha un approccio decisamente diverso.
- Molti dei personaggi del libro sono ispirati ai racconti e alle leggende sulle divinità scandinave. Altri ancora derivano dalla Sua immaginazione: com’è stato creato il protagonista Ivar?
Ivar è in sostanza una proiezione di me stessa, così come la trama della serie è una grande metafora di eventi che ho vissuto nella mia vita.
La saga nasce da una convinzione che mi ha ossessionata per tutta la vita: non avere una formazione accademica nel disegno mi ha portata infatti a credere di non avere le abilità necessarie per poter sviluppare una mia storia e arrivare un giorno a pubblicarla e, alla fine, realizzare il mio sogno di diventare una fumettista. Questa convinzione così profonda mi ha causato molte frustrazioni e ansie che, devo ammettere, non ho ancora del tutto superato.
Ivar quindi rappresenta questo senso di inferiorità che mi ha accompagnata per anni: la convinzione di non essere all’altezza mi portava molto spesso ad abbandonare le sfide fin dall’inizio, perché pensavo: “Dove posso arrivare, se non ho le basi neanche per iniziare?”.
A un certo punto della mia vita, però, è successo qualcosa che ha fatto scattare in me la necessità di uscire da questo blocco. E quindi, come Ivar viene costretto a uscire dal suo bozzolo e trovare la sua strada, io ho cominciato a fare a pezzi quel muro interiore che mi ero costruita da sola per scoprire il mio vero io e le mie capacità.
In questi anni ho imparato che il nemico più pericoloso nella vita siamo noi stessi. Se non avessi incontrato persone che mi hanno aiutata a capire chi sono veramente e che avevo le carte in regola per farcela, forse sarei ancora chiusa nella mia stanza ad autocommiserarmi. Invece, prendere consapevolezza di me stessa ha aperto mille possibilità che prima non riuscivo a vedere, e non posso che essere entusiasta! So di avere ancora molta strada da fare, ma l’essere stata in grado di fare finalmente il primo passo è stata una delle cose più importanti della mia vita.
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- Prima di salutarci, ci racconta come procede l’ideazione e la lavorazione del terzo volume della saga? Oltre a questo libro, ha altri progetti?
Confermo ai miei lettori di aver iniziato a lavorare al terzo volume della serie, Nordland.
In particolare, sto ridefinendo il character design dei personaggi principali. Dopo gli eventi di Rogaland, infatti, tutti loro hanno subìto una sorta di trasformazione interiore che richiede un adeguamento delle loro caratteristiche sia fisiche che caratteriali.
Ho iniziato anche a lavorare allo storyboard, ma ammetto di non potermi dedicare a questo libro a tempo pieno. Infatti, questo 2024 ha visto un notevole cambiamento nella mia vita: grazie ad alcune proposte arrivatemi da alcuni clienti e in particolare una commessa arrivata da uno sceneggiatore che ha voluto proprio me per rappresentare una graphic novel da lui scritta, ho deciso di lasciare il mio precedente impiego per dedicarmi interamente all’arte.
Però, chiaramente, per questi altri lavori devo rispettare delle scadenze ben precise e devo quindi dare loro priorità.
In questo sono grata ai miei editori che non danno scadenze rigide nella pubblicazione dei libri, altrimenti ammetto che sarei un po’ in difficoltà! Comunque, conto di riuscire a essere più veloce nella realizzazione di Nordland rispetto ai primi due volumi della saga. Vi suggerisco di seguirmi sui social per essere sempre aggiornati sugli sviluppi del terzo volume.
- Come ha trovato l’esperienza della pubblicazione con Edizioni ZEROTRE?
Come per il primo volume della serie, sono sempre colpita dalla capacità di Edizioni ZEROTRE di rendere perfettamente i miei disegni su carta. Una delle cose che viene sempre notata è la bellezza dell’edizione stampata: la morbidezza della copertina al tatto, la solidità delle pagine interne e, soprattutto, la resa dei neri! Per me è fondamentale che i neri dei miei disegni (il mio fumetto, infatti, è in bianco e nero) siano veramente neri. Potrebbe sembrare banale, ma non lo è affatto. Ho fatto stampare delle tavole da alcune tipografie per avere in mano dei campioni, e i neri risultavano solo grigi scurissimi. Aprendo uno dei miei libri, invece, si ha la sensazione di essere inghiottiti da un nero intenso, esattamente come lo vedo sullo schermo quando lavoro con la tavoletta grafica. In questo, Edizioni ZEROTRE ha centrato perfettamente le mie esigenze.
Enza e Giovanni, inoltre, sono sempre molto gentili e disponibili quando si tratta di fare delle valutazioni insieme o se devo esprimere dei dubbi.
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