Spazio d'Autrice: intervista ad Alice Manganotti
By Edizioni ZEROTRE
Salute, famiglia e benessere personale
Spazio d’Autrice: intervista ad Alice Manganotti
Chi è Alice Manganotti?
Sono una donna molto eclettica di quarant’anni. Mi occupo di consulenza e marketing, aiuto le piccole e medie imprese ad aprire le porte all’innovazione. Scrivo da quando ho dodici anni, ho vinto qualche premio di scrittura all’università e poi il vuoto fino ai trentatré anni, momento in cui ho ricominciato a scrivere ininterrottamente. Mi definisco una persona empatica, sensibile, sportiva, solare, cerco sempre di vedere il lato positivo delle cose. Amo la natura, il trekking, le montagne e i boschi. Sono anche un po’ “eremita”. Credo profondamente nelle relazioni: vedo l’anima delle persone!
Ci presenti Dialoghi con Mr. D.
Dialoghi con Mr. D. è una raccolta di ventotto dialoghi illustrati dal sapore surreale e leggero, scritti in un momento di profonda sofferenza: mi piace dire che ho dato colore al dolore. In fondo, siamo noi che etichettiamo il bello e il brutto della vita. Se ci pensiamo in un’ottica più ampia, alla fine sono tutte esperienze che ci aiutano a crescere, cambiare e maturare. All’interno di questo libro troverete dei dialoghi introspettivi con un fantomatico Diario, un Dio Occulto, un Alter Ego presente nei meandri più nascosti della nostra interiorità. Il libro è arrivato anche allo staff del papa: mi hanno risposto con un’e-mail dal Vaticano!
All’apertura del libro è in bell’evidenza la dedica a Sua madre e la citazione di Nietzsche: «Quanto manca alla vetta? Tu sali e non pensarci»: perché questo riferimento?
Questo riferimento è un omaggio alla passione, trasmessa da mia madre, che ho per il trekking in montagna. Sono sempre stata sportiva, ma dal 2013 ho smesso di giocare a pallavolo e ho iniziato a scalare le montagne assieme a lei, grazie all’Associazione Cai “Cesare Battisti” di Verona. L’idea di fondo che mi muove è che durante la salita è inutile pensare alla vetta. L’importante è proprio il cammino: quello che osservi, chi incontri, il silenzio dell’ascesa, come ci si trasforma stando a contatto con gli elementi della natura, nella fatica della salita, nel sole che brucia la pelle, nel vento che ti porta via i pensieri, nella pioggia che ti bagna il viso o nella neve che ti inebria di luce. Nella vita ci saranno sempre nuove vette da scalare, raggiungere, affrontare, ma noi, in fondo, dobbiamo solo camminare e goderci il percorso. Mia mamma, invece, amava proprio arrivare alla vetta. Penso che in questo modo avesse la sensazione di essere più vicina al cielo.
Sua madre, colpita da una gravissima malattia, è stata la fonte d’ispirazione di questi racconti brevi, insieme alla donazione delle cornee alla “Banca degli Occhi Veneto Onlus”, un gesto di grande umanità. Ci racconta un po’ di questa storia d'amore per la vita?
È stata una richiesta totalmente inaspettata. Eravamo nel dramma della morte e il giorno dopo ci hanno chiamato dall’Ospedale di Borgo Roma di Verona per capire se potessimo fare questo gesto, dato che lei era idonea. Non abbiamo avuto il minimo dubbio, dato che lei stessa era stata salvata da una trasfusione di 6 litri di sangue. Grazie ai donatori e al loro gesto abbiamo potuto accompagnarla per ventun giorni nel suo ultimo percorso di vita.
Torniamo al libro: una raccolta, dicevamo, di ventotto dialoghi surreali, concepiti a partire dal febbraio 2021, prima in autoproduzione, oggi attraverso Edizioni ZEROTRE. Troviamo al suo interno temi di vita quotidiana, ricerca esistenziale, percorsi interiori e spirituali concepiti in chiave leggera e immediata. A chi è rivolta la Sua raccolta e perché?
È stata una ricerca introspettiva, in primis per me stessa. Dovevo affrontare con realismo una situazione totalmente nuova per la mia vita e ho deciso di esorcizzare il dolore con la fantasia, accogliendo e trasformando le mie emozioni, la mia disperazione, il mio shock e le mie lacrime. Non ero mai stata a contatto diretto né con una sofferenza psico-fisica così alta né con la morte, dovevo trovare un modo per rimanere lucida e presente. Anche, e soprattutto, per dare forza a mia mamma che ha lottato fino alla fine.
Parte del ricavato sarà devoluto alla “Banca degli Occhi Veneto Onlus”, giusto?
Per le prime due ristampe che ho fatto autonomamente, sì. Ho messo da parte un importo.
Quale dialogo consiglierebbe di leggere per primo a una persona che si avvicina alla Sua scrittura e perché?
Consiglierei il dialogo numero nove - L’Azione - perché il nostro compito nella vita è e deve essere agire, ognuno con i propri strumenti e il proprio sentire. Ognuno di noi dovrebbe sentirsi parte in causa, in qualsiasi ambito: impresa, associazionismo, mutuo-aiuto, famiglia e tutto il resto. Dobbiamo essere parte della Creazione, e non possiamo evitare di mettere in campo i nostri doni, i nostri talenti, i nostri sogni, altrimenti è un po’ come rinunciare a vivere. Ognuno di noi dovrebbe fare la propria parte. Sono idealista sì, ma dobbiamo partire sempre da noi stessi per contribuire a rendere migliore questa nostra esistenza terrena. «Cambiare il mondo... una persona alla volta», diceva Alfredo Jaar, artista cileno.
Ogni racconto è seguito da una illustrazione. Chi le ha realizzate?
Le ha realizzate Michela Burati, una ragazza con cui sono entrata subito in sintonia e che opera nel visual design grafico. Io le ho spiegato i concetti e lei li ha interpretati al meglio. Le illustrazioni mi hanno entusiasmato subito. Il tratto era proprio quello che volevo. L’avevo vista fare dei ritratti e ho capito che aveva qualcosa in più.
Spostiamoci Nel favoloso mondo di Alice: un canale Podcast attraverso il quale ha archiviato la raccolta poetica Stelle Alpine, dedicata a Sua madre. Di cosa si tratta?
Appena dopo la sua morte avevo questo fuoco interiore che mi ha spinto a mettere nero su bianco quaranta poesie: la stella alpina era il fiore preferito di mia madre, e io volevo continuare a sentirla vicina nonostante la sua dipartita. Anche questo era un modo per elaborare la perdita e la rottura interiore che mi sono trovata ad affrontare. Prima o poi anche quella raccolta vedrà una pubblicazione, assieme agli acquerelli di mia zia Giovanna Piva (la sorella di mia madre), una brava e umile pittrice.
A fine libro la dedica conclusiva è per Sua mamma Imera, che «dalle montagne è passata a camminare sulle nuvole». Un tratto tangibile e assoluto per lei che continua a camminare, essendo stata la sua più grande passione in vita.
Sì, nonostante questo discorso sia per le persone maggiormente sensibili, io ho avuto la certezza che mia mamma stia ancora camminando in qualche universo temporale astratto attraverso i sogni, attraverso alcune sensazioni e anche diversi segni materici... Come diceva Ermete Trismegisto? «Come in Cielo così in Terra». Andiamo solo in altre dimensioni, ma la nostra energia non muore.
Ci descrive il Suo rapporto con Edizioni ZEROTRE, il Suo editore?
Mi è stato presentato da un Suo collega giornalista. È la mia prima esperienza. Mi auguro di costruire una collaborazione virtuosa.
Perché dovremmo leggere DIALOGHI CON MR. D?
Per dedicarsi un momento di introspezione nel frastuono della vita. Aprire delle porte a nuovi punti di vista. Lasciarsi trasportare dalle immagini, permettere alla fantasia di portarci in universi fantastici... per evadere un po’ dal realismo della quotidianità.
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